mercoledì 6 maggio 2009

il dorato mare (257)



Dorati colli dell'infanzia mia
quando il sudore raccoglieva il pane,
lucenti falci sotto il sole cane,
sfruttate membra d'umana energia.


Non c'è rimpianto ne la nostalgia
per quel tempo di servi e di padroni,
il contadino ammucchiava i covoni
per un raccolto che volava via.


Or la campagna par disabitata,
non serve più la gente per falciare,
la falce al museo è accantonata.


Ondeggia ancora il dorato mare
per genti sazie, or non più affamate,
che sempre più faticano ad amare.


ricordi d'amore

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